DIZIONARIO



Diffusione centrifuga

Diffusione centrifuga. Def. Con il termine di diffusione centrifuga ci riferiamo a un fenomeno specifico dei gruppi di lavoro, segnatamente dei gruppi istituzionali di supervisione, caratterizzato dal fatto che, quando il relatore, ufficialmente incaricato di riferire intorno a un paziente per il quale è questione di individuare la diagnosi e la terapia (ovvero di che cosa si tratta e che cosa si può conseguentemente fare), ha terminato la sua esposizione, gli altri membri del gruppo che intervengono allargano il discorso in onde concentriche apparentemente sempre più lontane dal centro del paziente per inglobare personaggi della famiglia, dell’ambiente di lavoro, del contesto sociale e economico. Per esempio, nel gruppo di supervisione del 23 settembre in un CSM, dopo che Patrizia e Zdenka hanno descritto il profilo provvisorio di Alice, la quale pone problemi sia nel trattamento psichiatrico sia in quello psicologico, tra i partecipanti al gruppo di supervisione la psicologa che ha in trattamento la sorella di Alice, Maria, descrive dettagliatamente il modo come Maria si relaziona sia a Alice, sia al neurologo, sia alla psicologa; la psicologa che seguiva Alice precedentemente ricostruisce fasi della relazione terapeutica nel corso della quale Alice mostrava segni che orientavano verso una diagnosi piuttosto che verso un’altra. I sentieri battuti nel fenomeno della diffusione centrifuga presentano dei vantaggi evidenti, nel senso che è come se il pescatore dal centro della sua barca gettasse reti che giungono sempre più lontano, e che, quando vengono ritirate, consentono di contare una quantità di pesci tanto più ampia, a parità di altre condizioni, quanto maggiore è la distanza dalla barca raggiunta. Questa metafora, del resto, si appoggia da una parte al metodo psicoanalitico delle associazioni che, a partire dal testo letterale del paziente, si allargano in tutte le direzioni che le spinte dell’inconscio e le controspinte delle difese costruiscono; dall’altra si basa sulle teorie linguistiche le quali stabiliscono che ogni testo prende il proprio senso dalla definizione del contesto in cui si pone; inoltre, si nutre dell’esigenza della completezza dell’informazione intorno a un oggetto prima di poter decidere con “conoscenza di causa” intorno all’oggetto medesimo. Riconosciuti i vantaggi del fenomeno della diffusone centrifuga, occorre evidenziarne pure gli inconvenienti o i danni. Il primo inconveniente riguarda il tempo a disposizione per una supervisione, che è di poche ore, all’interno delle quali necessariamente tutto il tempo che si dedica ai personaggi di contorno, contestuali, si sottrae al tempo che resta per il personaggio centrale, che è pur sempre il paziente di cui si tratta. Da questa considerazione empirica, deriva il vantaggio relativo della focalizzazione centripeta, che consiste nell’occuparsi esclusivamente di ciò che la persona che espone la situazione del proprio paziente racconta. Nella focalizzazione centripeta, al contrario che nella diffusione centrifuga, si tratta, come facilmente si intuisce, di un lavoro metalinguistica o testuale che necessariamente trascura tutte le informazioni contestuali che si potrebbero desiderare. La teoria che giustifica una simile procedura è fornita dalla logica della rilevanza, secondo la quale, in ogni situazione di lavoro, come in definitiva in ogni situazione della vita, ciascuno di noi dispone soltanto di informazioni parziali sulle quali è obbligato a prendere le decisioni, senza poter aspettare la completezza delle informazioni che forse, e non è detto, condurrebbero a una decisione più saggia. C’è addirittura chi teorizza la necessità di ridurre l’informazione a pochi elementi essenziali sulla base dei quali porre diagnosi e prender decisioni in un blink, un batter d’occhio. La diffusione centrifuga ha a che fare con il fenomeno della digressione (*), con il quale esistono ampie intersezioni. Dal punto di vista dei processi psicologici di gruppo, se il fine del gruppo di lavoro è la migliore conoscenza e il migliore trattamento del paziente di cui è questione, il fenomeno della diffusione centrifuga può essere visto sia come un attacco distruttivo al fine, in quanto digressione che allunga il tragitto verso i fine, sia come sostegno costruttivo al raggiungimento del fine, in quanto apporto di strumenti per renderlo più adeguatamente a portata di mano.
 
Riferimenti bibliografici
 
Gladwell, M. (2005), Blink. The power of thinking without thinking, Allen Lane, Penguin Books, London.
Lavanchy P. (2005), Sintesi dell’Incontro di Supervisione del 23 settembre al CSM dell’Area Est, di Bologna, Villa Mazzacorati, responsabile Patrizia Ciavarella, inedito.
Mares E. D. (2004), Relevant logic. A philosophical Interpretation, Cambridge University  Press, Cambridge. 



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