CHI SIAMO

All’Accademia delle Tecniche Conversazionali ci occupiamo di conversazioni. Di due tipi logici e pratici di conversazioni. Parliamo infatti di conversazione materiale, per definire la situazione concreta nella quale paziente e terapeuta si scambiano in diretta parole che vengono registrate e trascritte. Mentre parliamo di conversazione immateriale, in differita, per riferirci alla situazione astratta della riflessione meta-clinica, nella quale il terapeuta cerca di darsi una ragione delle parole dette e ascoltate nella conversazione materiale concreta.

Nella situazione concreta della conversazione materiale, il terapeuta conversante incrocia la tradizione del buon senso comune dove le parole o sono descrizioni del mondo, o esprimono emozioni del parlante, o fanno compiere azioni all’ascoltatore; come pure incrocia la tradizione psicoanalitica, nella quale le parole sono strumenti per la costruzione del transfert e del contro-transfert. Nelle due tradizioni le parole sono strumenti per accedere a altri mondi da conoscere e da modificare.

Tuttavia, ciò che rende specifica la ricerca conversazionale è che il conversante, nel suo ascolto e nel suo studio, parte dalle parole e alle parole ritorna: resta cioè ancorato all’universo del testo, escludendo, come irrilevanti, gli oggetti extratestuali. Tecnicamente, il conversante si pone il compito di tradurre gli elementi concreti, cioè le parole dette e ascoltate in diretta, propri della conversazione materiale, in una situazione astratta, meta-clinica, propria della conversazione immateriale in differita.

Come procede il conversante per giungere al suo fine? Ebbene, fa un po’ come quando si guarda un cielo stellato e si cerca la conformità di questo o di quell’ammasso di stelle alla figura geometrica, mettiamo, del triangolo o del rombo, o alla figura mitologica dei Gemelli piuttosto che dell’Ariete o del Sagittario. Nel senso che il conversante guarda le parole del testo, il suo cielo di stelle, attraverso gli schemi, grammaticali e logici, di alcune semplici e precise figure, della logica modale e della logica dell’intervallo temporale, per tentare di cogliere a quale, delle astratte figure logiche a disposizione, le concrete parole del testo si conformano.

La trasformazione degli oggetti concreti della situazione materiale, - le stelle, le parole, - negli oggetti astratti della conversazione immateriale, - simboli e numeri, - da una parte purifica gli oggetti concreti delle loro scorie psicologiche e narrative, dall’altra consente calcoli quantitativi facilmente comparabili, per le verifiche dei risultati e per le predizioni del testo, da una conversazione a altre.

Se la conversazione materiale è il luogo concreto dove si persegue la felicità conversazionale, fine ultimo del conversazionalismo, la conversazione immateriale è il dominio dove si misurano, in termini quantitativi numerici, le oscillazioni della felicità da un testo a un altro.