Sabato 14 maggio al Teatro Franco Parenti ha avuto luogo il Seminario internazionale organizzato dalla Fondazione Il Minotauro sul tema: Trasformazione delle storie e cambiamento. Un pubblico numeroso ha ascoltato con molta attenzione le presentazioni dei sei relatori convenuti: dalla Germania Tilmann Habermas, dal Portogallo Miguel Gonçalves, da Roma Antonino Ferro, e da Milano Gustavo Pietropolli Charmet, Pierrette Lavanchy, Alfio Maggiolini. Alcuni degli interventi vertevano su aspetti specifici della psicoterapia narrativa, altri partivano dall&\\#39;esperienza psicoanalitica, (Antonino Ferro), o conversazionale (Pierrette Lavanchy). Dal confronto sono emersi diversi punti di condivisione, come del resto elementi di differenziazione.
La terapia narrativa è una forma di psicoterapia basata sul presupposto che le nostre identità si modellano sulle narrazioni delle nostre vite; narrazioni che possono essere e sono spesso unilaterali, tendenziose, saturate da problemi. il terapeuta narrativo collabora con il cliente allo scopo di sviluppare nuovi racconti, il che conduce a nuovi modi di percepirsi e di vedere la proprie possibilità di crescita. In questa prospettiva, il lavoro del terapeuta si configura come una funzione di co-narrazione; la stessa funzione svolta dai genitori che, con le loro domande, aiutano i bambini piccoli a strutturare il racconto delle loro esperienze. È di co-narrazione che ha parlato Tilmann Habermas, mentre Alfio Maggiolini s&\\#39;interroga sulla trasformazione di senso convogliata dall&\\#39;interpretazione in psicoanalisi, Miguel Gonçalves dei "momenti innovativi" nelle auto-narrazioni dei pazienti. La tendenza generale è informata a una visione costruzionista, già implicita nei concetti di base, ma particolarmente messa in evidenza, per esempio nell&\\#39;intervento di Gustavo Charmet, che insiste sull&\\#39;importanza di elaborare non tanto una storia del passato quanto piuttosto una narrazione del futuro, in particolare con gli adolescenti. Anche Antonino Ferro si situa in questa dimensione, con il concetto di inconscio costruito insieme all&\\#39;analista contrapposto all&\\#39; "inconscio Alcatraz" dei contenuti rimossi del passato. In comune, terapia narrativa e conversazionalismo hanno molti strumenti linguistici e semiotici. La differenza di approccio sta nel fatto che le relazioni citate rientrano, anche se in senso estensionista, nel paradigma psicoanalitico, mirando a costruire storie coerenti dalla Gestalt chiusa, che siano correlate a una determinata identità; diversamente la relazione di Pierrette Lavanchy sulla terapia conversazionale mette l&\\#39;accento sulla frammentarietà dei motivi narrativi che cambiano di seduta in seduta ed esprimono le varie disidentità dell&\\#39;interlocutore.
La presentazione e il programma sono reperibili nella sezione Gli Eventi. Le relazioni di Habermas, Maggiolini Gonçalves sono pubblicate nella Rivista Psichiatria e Psicoterapia, vol XXXII, n. 4, Dicembre 2013, a cura di Filippo Mittino.