Stili di comunicazione dei governanti al tempo del virus I - E. Macron
 

I tempi che stiamo vivendo mettono alla prova Capi di Stato e di governo, non solo sul piano delle decisioni da prendere per affrontare l’epidemia provocata dal virus Covid-19, ma anche sul piano della comunicazione. Che dire ai cittadini, come dirlo? Ci proponiamo di esaminare e successivamente di confrontare tre discorsi, fatti da Emmanuel Macron, da Angela Merkel e da Boris Johnson ai loro rispettivi concittadini. Iniziamo con il messaggio di Emmanuel Macron ai cittadini francesi di lunedì 16 marzo. Nei prossimi giorni seguiranno le analisi degli altri due discorsi. (I testi dei discorsi di Macron e di Merkel, tradotti in italiano, sono stati pubblicati sul quotidiano “Il Foglio” di sabato 21 e domenica 22 marzo, e sono comunque reperibili in rete.)

Il metodo. Per ciascun discorso abbiamo passato in rassegna i motivi narrativi dell’insieme del testo, praticamente mettendo sottotitoli ai diversi temi. Considerando ciascun motivo narrativo come un’unità di comunicazione, abbiamo indicato a fianco mittente e destinatario (per esempio “io – voi”), o l’oggetto, ciò di cui si parla (“il nemico”, “lo Stato”). Poi in un secondo tempo abbiamo eseguito l’analisi delle forme foniche (FF2) secondo il metodo messo a punto dall’Accademia, consistente nel classificare i predicati verbali a seconda delle rispettive forme grammaticali: afferenti all’io, presente, passato, predicati finzionali, forme all’infinito e imperativo. Tale analisi è stata eseguita su un frammento del messaggio, precisamente sull’inizio (178 parole per il messaggio di Macron). Dato che si tratta di testi semplici, in prosa, il fatto che l’analisi sia eseguita sulla traduzione non mi pare alteri sostanzialmente i risultati. Per ciascun discorso, il testo integrale è disponibile su file allegato, quella di Macron in francese. La traduzione del discorso di Macron in parte riassunta è in calce. I sottotitoli non sono originali, bensì aggiunti da me in qualità di motivi narrativi.

 

1. Il discorso di Emmanuel Macron

Come si evince dal testo, il messaggio del 16 marzo segue e corregge i termini di un precedente discorso, nel quale il Presidente francese si era limitato a raccomandazioni e a provvedimenti relativamente blandi. Ecco l’inizio.

 

Françaises, Français (Care Francesi, cari Francesi),

Giovedì sera [12 marzo] mi sono rivolto a voi per evocare la crisi sanitaria che il nostro paese attraversa. Fino a quel giorno, l’epidemia era forse per alcuni un’idea lontana, ora invece [16 marzo] è diventata una realtà immediata, pressante.

Il governo ha preso, come vi avevo annunciato, disposizioni risolute per frenare la propagazione del virus. Gli asili, le scuole, i collegi, i licei le università sono da allora chiusi. Sabato sera i ristoranti, tutti i commerci non essenziali alla vita della Nazione hanno ugualmente chiuso le loro porte. I raduni di più di 100 persone sono stati vietati.

Mai la Francia aveva dovuto prendere tali decisioni – chiaramente eccezionali, chiaramente temporanee – in tempo di pace. Sono state prese con ordine, preparazione, sulla base di raccomandazioni scientifiche con un solo obiettivo: proteggerci di fronte alla propagazione del virus.

Nella giornata di giovedì, un consenso scientifico e politico si è formato per mantenere il primo turno delle elezioni municipali e ho preso, insieme con il Primo Ministro, la decisione di mantenere lo scrutinio. Ieri domenica le elezioni sono potute tenersi. (Parole 178, righe 17) […]

 

1. 1. Motivi narrativi del discorso di Macron

Vi ho parlato quattro giorni fa quando la situazione era più leggera Io – voi

Negli ultimi quattro giorni l’epidemia è diventata realtà Il nemico

Il governo ha agito con decisione e consapevolezza Lo Stato

Ringrazio chi ha collaborato alle elezioni municipali  io - voi

Biasimo chi non ha rispettato la consegna io – voi

Esempi di dedizione del personale sanitario  loro (i medici e infermieri) - noi

Esortazione a rispettare le gesti-barriera  io – voi - noi

Comportamenti da tenere

Misure restrittive

Ci sono regole ma quella migliore è quella che applicate a voi stessi io - voi

So di chiedervi una cosa difficile ma possibile e comunque obbligata.  io - voi

Siamo in guerra (ripetuto cinque volte) e sono costretto a chiedervi questo sforzo inedito io – noi – voi – il nemico

Lo Stato aiuterà le famiglie e le imprese sul piano anche economico. Lo Stato

Il momento è difficile e non si sa quanto durerà. Il nemico

Arriveremo a superare la prova essendo uniti solidali responsabili. Io - noi

Siamo quindi all’altezza! noi

 

Osservazioni. Il Presidente inizia con la prima persona, ricordando il suo messaggio precedente, ma immediatamente dopo parla del nemico, l’epidemia, e della reazione decisa del governo, quindi in terza persona. Si potrebbe leggere questo inizio come una forma di excusatio, un appellarsi del Presidente a entità più grandi di lui, nel male (l’epidemia), nel bene (il governo). Come dire che i Francesi sono minacciati ma comunque in buone mani. Dopo di che il Presidente può distribuire lode e biasimo a chi spetta, evocare l’eroismo del personale sanitario e su questa base enunciare le regole che valgono per tutti e preconizzare i “gesti-barriera”.

Per far accettare queste regole, Macron punta sull’etica della libera assunzione: «Ci saranno controlli, poniamo divieti, ma la regola migliore è quella che in quanto cittadini applicate a voi stessi. Mi richiamo al vostro senso di responsabilità e solidarietà». Se ognuno si rifà alla “legge morale dentro il cuore”, non è il capo dello Stato a imporre una costrizione, bensì la coscienza individuale. Eppure Macron è ben consapevole di imporre un obbligo, perché fa una dichiarazione empatica in prima persona («So di chiedervi una cosa difficile»), ma discolpandosi «sono costretto» in virtù di un obbligo esterno: «Siamo in guerra», una frase che ripeterà cinque volte. Alla fine dopo aver promesso l’aiuto dello Stato (un po’ come all’inizio, contrapponendo al male del morbo il bene che lo Stato farà), conclude con un’affermazione di speranza (supereremo) declinata con il noi, e infine, con un’esortazione collettiva, ancora con il noi, che fa leva sull’orgoglio di essere all’altezza e quindi indirettamente sulla grandeur: «Hissons-nous individuellement et collectivement à la hauteur du moment. So, miei cari concittadini, di poter contare su di voi. Vive la République, vive la France».

Osserviamo che per tutto l’inizio del discorso la comunicazione è direzionale nel senso “io-voi”. Il noi compare al momento in cui il nemico è reso presente con la formula «nous sommes en guerre», e da allora, di fronte al nemico, resiste e fonda la speranza della vittoria.

La conclusione provvisoria di queste riflessioni è che il Presidente si assume la responsabilità delle misure restrittive imposte alle persone (io vi chiedo), ma non volendo passare per tiranno, cerca di farne condividere il senso presupponendo l’esistenza nei cittadini di un ideale di comportamento civilmente valido e solidale con gli sforzi delle persone in prima linea. Potremmo dire, in termini psicoanalitici, che fa appello all’Ideale dell’Io dei cittadini, cioè punta sull’autostima che può derivare a ciascuno dal sentirsi un buon cittadino che vuole il bene del Paese.

Passiamo ora alle forme foniche esaminate sulle prime 20 forme verbali del discorso di Macron.   

1. 2. Forme foniche di Macron inizio discorso     

N.

Io

Altro

Presente

Passato

Finzionali

Infinito

Imperativo

1

Io mi sono rivolto

 

 

Passato pross

 

 

 

2

 

evocare

 

 

 

infinito

 

3

 

attraversa

presente

 

 

 

 

4

 

era

 

imperfetto

 

 

 

5

 

  è

presente

 

 

 

 

6

 

Ha preso

 

Pass pross

 

 

 

7

Io avevo annunciato

 

 

 

 

 

 

8

 

frenare

 

 

 

infinito

 

9

 

sono chiusi

presente

 

 

 

 

10

 

Hanno chiuso

 

Pass pross

 

 

 

11

 

Sono stati vietati

 

Pass pross

 

 

 

12

 

Aveva dovuto

 

Trapass pross

 

 

 

13

 

Sono state prese

 

Pass pross

 

 

 

14

 

proteggerci

 

 

 

infinito

 

15

 

Si è formato

 

Pass pross

 

 

 

16

 

mantenere

 

 

 

infinito

 

17

Io ho preso

 

 

 

 

 

 

18

 

mantenere

 

 

 

infinito

 

19

 

Sono potute

 

Pass pross

 

 

 

20

 

tenersi

 

 

 

infinito

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Totale

3 afferenti a io

 

3 presente

7 pass pross 1 imp 1 trap

0

6 infinito

0

 

Commento. Su 20 forme verbali, 3 sono afferenti al soggetto grammaticale “io”. Sono separate rispettivamente da 5 e da 9 predicati di altro tipo, configurando piccole eclissi dell’io, simili a quanto si osserva in contesti traumatici, dove l’io scompare, messo all’angolo da oggetti o eventi brutali. E questo è il primo punto, che conferma precisandola l’impressione che il Presidente si trincerasse dietro elementi più grandi di lui. O, più che trincerarsi, forse si tratta piuttosto di un piegarsi sotto il peso di questi elementi.

Il secondo punto è la relativa abbondanza (9) di predicati ai tempi passati, mentre sono soltanto 3 i predicati al presente. Infine sono 6 predicati all’infinito. Mancano del tutto i predicati finzionali. Su questa base verrebbe da pensare che il soggetto grammaticale (o l’io narrante), cioè il Presidente, è sotto l’effetto di qualcosa di traumatico che è accaduto (passato) e fatica a riprendere piede nel presente, a causa dell’incertezza (infinito) del futuro che non riesce neanche a contemplare (assenza di predicati finzionali).La dimensione finzionale (del futuro) sarà comunque recuperata verso la fine del discorso, quando compariranno predicati al futuro (lo Stato aiuterà, supereremo), dove il noi si afferma di fronte al nemico, anche nella dimensione imperativa (Hissons-nous, issiamoci), siamo all’altezza.

2. Discorso di Emmanuel Macron di martedì 16 marzo, traduzione e riassunto parziale

Françaises, Français,

L’epidemia è diventata una realtà immediata. Giovedì sera [12 marzo] mi sono rivolto a voi per evocare la crisi sanitaria che il nostro paese attraversa. Fino a quel giorno, l’epidemia era forse per alcuni un’idea lontana, ora invece [16 marzo] è diventata una realtà immediata, pressante.

Il governo ha agito con decisione e consapevolezza. Il governo ha preso, come vi avevo annunciato, disposizioni risolute per frenare la propagazione del virus. Gli asili, le scuole, i collegi, i licei le università sono da allora chiusi. Sabato sera i ristoranti, tutti i commerci non essenziali alla vita della Nazione hanno ugualmente chiuso le loro porte. I raduni di più di 100 persone sono stati vietati.

Mai la Francia aveva dovuto prendere tali decisioni – chiaramente eccezionali, chiaramente temporanee – in tempo di pace. Sono state prese con ordine, preparazione, sulla base di raccomandazioni scientifiche con un solo obiettivo: proteggerci di fronte alla propagazione del virus.

Nella giornata di giovedì, un consenso scientifico e politico si è formato per mantenere il primo turno delle elezioni municipali e ho preso, insieme con il Primo Ministro, la decisione di mantenere lo scrutinio. Ieri domenica le elezioni sono potute tenersi.

Ringraziamenti riguardo alle elezioni municipali. Voglio stasera ringraziare i servizi dello Stato, i sindaci, l’insieme dei servizi delle municipalità, tutti quelli che hanno tenuto gli uffici elettorali e hanno quindi reso possibile l’organizzazione di questo scrutinio. Voglio anche salutare calorosamente le Francesi e i Francesi che malgrado il contesto si sono recati alle urne, nello stretto rispetto delle consegne sanitarie, dei gesti barriera contro il virus. Voglio anche, stasera, rivolgere le mie felicitazioni repubblicane ai candidati eletti al primo turno. …

Biasimo. Ma allo stesso tempo, nello stesso momento in cui il personale curante dei servizi di rianimazione lanciavano l’allerta sulla gravità della situazione, abbiamo anche visto gente assembrarsi nei parchi, mercati stipati, ristoranti e bar che non hanno rispettato la consegna di chiusura. Come se in fondo la vita non fosse cambiata. A tutti coloro che adottando questi comportamenti hanno sfidato le consegne, voglio dire questa sera molto chiaramente: non solo non vi proteggete, voi stessi – e l’evoluzione ha mostrato che nessuno è invulnerabile, neanche i più giovani – ma non proteggete gli altri. Anche se non presentate alcun sintomo, potete trasmettere il virus. Anche se non presentate alcun sintomo, rischiate di contaminare i vostri amici, i vostri genitori, i vostri nonni, di mettere in pericolo la salute dei vostri cari.

Esempi di dedizione. Nel grande Est, negli Alti di Francia, nell’Ile de France, i nostri curanti lottano per salvare delle vite, con dedizione, con forza. Nel momento in cui la situazione sanitaria si degrada fortemente, in cui la pressione sui nostri ospedali e personale di cura si accentua, tutto il nostro impegno, tutta la nostra energia, tutta la nostra forza devono concentrarsi su un solo obiettivo: rallentare la progressione del virus.

Esortazione. Ve lo ridico con forza stasera: rispettiamo i gesti-barriera, le consegne sanitarie. È l’unico modo per proteggere le persone vulnerabili, per aver meno cittadini infetti e così ridurre la pressione sui servizi di rianimazione affinché possano meglio accogliere e meglio curare.

In riassunto:

Comportamenti da tenere. In caso di necessità chiamare ecc. e evitare contatti. Misure restrittive. Movimenti limitati alla necessità, non abbracci, un po’ di attività fisica ma senza ritrovare amici o parenti. «Gesti-barriera».

Regole imposte e regole assunte responsabilmente. Ci saranno controlli, poniamo divieti, ma la regola migliore è quella che in quanto cittadini applicate a voi stessi. Mi richiamo al vostro senso di responsabilità e solidarietà.

So di chiedervi una cosa difficile ma possibile e comunque obbligata. Niente panico. Mantenetevi in contatto con famiglia dando e prendendo notizie.

Siamo in guerra. Sospensione delle riforme. Legislazione di crisi. Proteggere i sanitari con maschere e altro materiale. Aiutare le loro famiglie, custodia dei bambini, ospedale di campo. Chiusura delle frontiere.

Lo Stato aiuterà i cittadini le famiglie e le imprese sul piano anche economico.

Il momento è difficile e non si sa quanto durerà. Dovremo adattarci e intanto cercare di progredire nella ricerca della cura.

Verbatim:

Arriveremo a superare la prova essendo uniti solidali responsabili. Ho una certezza: più agiremo insieme e velocemente, meglio supereremo questa prova. Più agiremo da cittadini, più mostreremo la medesima forza d’animo, della stessa abnegazione mostrata ora dal nostro personale di cura, nostri pompieri, all’insieme degli attori della sicurezza civile, prima usciremo da questa vita al rallentatore. Vi arriveremo, cari compatrioti, essendo uniti, solidali. Vi chiedo di essere responsabili tutti insieme e non cedere al panico, accettare queste costrizioni, portarle, spiegarle, applicarle a voi stessi, noi tutti ce le applicheremo, non ci saranno privilegi, ma anche lì, non cedere né al panico né al disordine. Vinceremo, ma questo periodo ci avrà insegnato molto. Molte convinzioni, molte certezze saranno spazzate via, rimesse in causa. Molte cose che pensavamo impossibili avvengono. Non lasciamoci impressionare. Agiamo con forza ma ricordiamo questo: il giorno dopo, quando avremo vinto, non sarà un ritorno al giorno prima. Saremo più forti moralmente, avremo imparato e saprà anch’io con voi trarne tutte le conseguenze.

Issiamoci quindi all’altezza del compito! So, cari compatrioti, di poter contare su di voi.

Viva la Repubblica, viva la Francia!

Per l'allocuzione di Angela Merkel - vedere Stili di comunicazioni dei governanti ai tempi del virus II

 

 
Chiudi