ATTUALITA'


Stili di comunicazione dei governanti al tempo del virus II - A. Merkel



Pierrette Lavanchy

Passiamo ora al discorso di Angela Merkel di mercoledì 18 marzo 2020

 

2. L’allocuzione di Angela Merkel  

Come abbiamo proceduto con il discorso di Emmanuel Macron, così riproduciamo la traduzione dell’inizio del discorso di Angela Merkel, poi la successione dei motivi narrativi dell’insieme del discorso, e infine la tabella delle forme foniche FF2. In allegato la traduzione del testo completo (i sottotitoli aggiunti sono i nostri motivi narrativi).

 

Liebe Mitbürgerinnen, liebe Mitbürger (Care concittadine, cari concittadini),

il virus corona sta cambiando radicalmente la vita nel nostro paese. La nostra idea di normalità, di vita pubblica, di interazione sociale - tutto questo è stato messo alla prova come mai prima d'ora.

Milioni di voi non possono andare al lavoro, i vostri bambini non possono andare a scuola o all'asilo, i teatri, i cinema e i negozi sono chiusi e, forse la cosa più difficile, ci mancano tutti gli incontri che sarebbero altrimenti dati per scontati. Naturalmente, in una situazione del genere, ognuno di noi è pieno di domande e preoccupazioni su come procedere.

Oggi mi rivolgo a voi in questo modo insolito perché voglio dirvi che cosa guida me come cancelliere e tutti i miei colleghi del governo federale in questa situazione. Ciò fa parte di una democrazia aperta: rendere trasparenti le decisioni politiche e spiegarle, il fatto che giustifichiamo e comunichiamo le nostre azioni nel miglior modo possibile affinché sia ??comprensibile.

Sono fermamente convinta che assolveremo questo compito se tutti i cittadini lo capiranno davvero come IL PROPRIO compito.

Quindi lasciatemi dire: è serio. Prendetelo anche voi sul serio. Dall'unità tedesca, no, dalla seconda guerra mondiale non c'è più stata una sfida per il nostro paese in cui la nostra solidarietà comune fosse così importante. (Parole 211, righe 19) […]

 

2.1. Motivi narrativi del discorso di Angela Merkel

 

La nostra vita è sconvolta noi

Voglio dirvi che cosa guida me e miei colleghi io - voi

Voglio coinvolgervi io – voi

Prendete sul serio la situazione voi

A che punto siamo: Non esiste ancora terapia e dobbiamo guadagnare tempo noi

Ogni persona conta

Grazie al personale sanitario io - loro

So quanto siano drammatiche le restrizioni della libertà. Io

Sarà ancora più duro nelle prossime settimane.

Faremo tutto il necessario per aiutare il mondo del lavoro. Noi (lo Stato)

Grazie a operatori della grande distribuzione spesso dimenticati Io

Siamo tutti minacciati, tutti possiamo aiutare, tutti sono importanti. Noi

Non siamo condannati, abbiamo un rimedio. Noi

So quanto è difficile stare a distanza dalle persone care Io

Possiamo usare o inventare altri modi per mostrare affetto. Noi

Viviamo di conoscenza e partecipazione condivisa, non di coercizione Noi

Abbiate cura di voi stessi e dei vostri cari. Voi

Vi ringrazio.  Io- voi

 

Osservazioni. Diversamente dal collega francese, la Cancelliera non inizia con l’io (non deve giustificarsi di comunicazioni precedenti), bensì pone in primo piano il nemico. Infatti il soggetto della prima frase è il virus («il virus corona sta cambiando radicalmente la vita nel nostro paese»), ma il noi è implicito nell’enunciato: il virus è un’entità che colpisce “nostro paese”, cioè qualcosa di attinente a noi. Dopo un elenco delle frustrazioni causate a tutti dall’epidemia (non possono, non possono, ci mancano), che ha un carattere empatico, compare l’io narrante, in maniera molto personale con la frase: «Oggi mi rivolgo a voi in questo modo insolito perché voglio dirvi che cosa guida me». Questa formula personale non sfocia tuttavia in una confidenza emozionale, ma è il punto di partenza per richiamarsi a un’entità superiore, la democrazia, che ha fra i suoi valori la chiarezza e la comprensibilità delle decisioni. Come dire: mi rivolgo a voi perché sono incaricata di servire l’ideale democratico, che ci è comune. Conclude questo frammento la nozione, abbastanza simile a quella di Macron, che la vittoria è possibile se tutti assumeranno come proprio il compito che sta per essere enunciato. La base necessaria perché questo avvenga è il capire, cioè il conoscere, la ragione.

È quindi l’illuminismo che ispira il pensiero di Angela Merkel. Se una persona capisce dove sta il bene, può fare la sua parte per raggiungerlo. La Cancelliera, come il Presidente francese, insiste sulla partecipazione allo sforzo, in base non già all’imposizione di regole, bensì all’assunzione individuale del compito («Non viviamo di coercizione, ma di conoscenza e partecipazione condivise».) Ma avvertiamo una sfumatura differente nel suo tono. Non è che la Cancelliera rinunci alla sua posizione di autorità: ci sono 5 comunicazioni col “voi” o “io-voi” nei motivi narrativi. Ma ci sono anche 4 comunicazioni con “io”, di contenuto empatico («so quanto sia difficile») o di ringraziamento, e soprattutto 7 comunicazioni con il “noi”, pronome della condivisione. Inoltre Angela Merkel mostra la sua vicinanza entrando nella concretezza delle misure indicate (nomina la restrizione della libertà, il tenersi lontano dalle persone care, di cui coglie il carattere di paradossale espressione di affetto), come pure nella concretezza dei suggerimenti per mantenere i contatti (cita Skype, telefonate, email, lettere). Anche la formula di apertura contiene l’aggettivo lieb, “caro” (Liebe Mitbürgerinnen, liebe Mitbürger), diversamente da quella più secca di Macron  (Françaises, Français). Infine, la chiusa è di segno ben diverso. Mentre Macron parlava di guerra e invitava i concittadini a issarsi all’altezza del momento, Merkel parla di cura: «Abbiate cura dei vostri cari».

 

2.2. Forme foniche di Angela Merkel inizio discorso        

N.

Io

Altro

Presente

Passato

Finz.

Infinit.

Imp.

1

 

sta cambiando

presente

 

 

 

 

 

2

 

È stato messo

 

Pass pross

 

 

 

 

3

 

Non possono

presente

 

 

 

 

 

4

 

Non possono

presente

 

 

 

 

 

5

 

sono

presente

 

 

 

 

 

6

 

mancano

presente

 

 

 

 

 

7

 

sarebbero dati

 

 

condizionale

 

 

 

8

 

È pieno

presente

 

 

 

 

 

9

 

procedere

 

 

 

infinito

 

 

10

Mi rivolgo

 

presente

 

 

 

 

 

11

voglio

 

presente

 

 

 

 

 

12

 

dirvi

 

 

 

infinito

 

 

13

 

guida

presente

 

 

 

 

 

14

 

Fa parte

presente

 

 

 

 

 

15

 

rendere

 

 

 

infinito

 

 

16

 

spiegare

 

 

 

infinito

 

 

17

 

giustifichiamo

presente

 

 

 

 

 

18

 

comunichiamo

presente

 

 

 

 

 

19

 

Sia

presente

 

congiuntivo

 

 

 

20

Sono

 

presente

 

 

 

 

 

21

 

assolveremo

 

 

futuro

 

 

 

22

 

capiranno

 

 

futuro

 

 

 

23

 

lasciatemi

presente

 

 

 

imperat

 

24

 

dire

 

 

 

infinito

 

 

25

 

è

presente

 

 

 

 

 

26

 

prendete

presente

 

 

 

imperat

 

27

 

non c’è stata

 

Pass pross

 

 

 

 

28

 

fosse

 

 

congiuntivo

 

 

 

Total

3 afferenti io

 

17 presente

2

5 finzionali

5 infinito

2

 

 

 

Commento. Passando dai motivi narrativi dell’insieme alle forme foniche dell’inizio del testo, troviamo i risultati seguenti: 3 predicati afferenti all’io, esattamente come nel brano iniziale di Macron. E nello stesso modo, constatiamo che la comparsa dell’io avviene dopo una sfilza di 8 predicati con altre afferenze, e quindi possiamo parlare di eclissi dell’io anche per la Cancelliera. Il cui io si ripara dietro i valori della democrazia. Le differenze dal discorso di Macron iniziano con i 17 predicati al tempo presente (e solo 2 a un tempo passato), e i 5 predicati finzionali. Quindi, accanto a un dato (quello dei predicati al presente) che indica platealmente l’ancoraggio al contesto attuale, troviamo anche predicati che, come usiamo dire, “aprono all’universo del possibile”, fra i quali in particolare 2 predicati al futuro. L’io soggetto grammaticale non è abbarbicato al passato, e pure essendo attaccato all’universo attuale, è capace di contemplare universi possibili alternativi.

Se è vero che la comunicazione è schietta, con due imperativi («Quindi lasciatemi dire: è serio. Prendetelo anche voi sul serio», Es ist ernst. Nehmen Sie es auch Ernst), l’impressione generale non è di durezza, ma di autorevolezza materna. Infatti i giornali hanno accennato in proposito al soprannome Mutti della Cancelliera.

Restano da interpretare, se è possibile, la presenza dei 5 predicati all’infinito che, quando il loro tasso è superiore al 20% del numero di predicati, introducono l’indefinitezza. Qui la percentuale è di 29%. È interessante notare che semanticamente hanno a che fare soprattutto con il parlare: procedere, dirvi, rendere, spiegare, dire. In un senso, questi predicati sono giustificati dal fatto che abbiamo a che fare con l’inizio dell’allocuzione: sono come caselle vuote che aspettano di essere riempite. Retoricamente, rappresentano forse, nella dimensione emotiva dell’io narrante, uno stato di allerta, e nella dimensione conativa, ai concittadini un’avvertenza di stare attenti di fronte a qualcosa di ignoto.



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